Muri puliti, popoli muti .7

Cè stato un tempo, c’è ancora?, in cui sui muri si scriveva per comunicare; non solo amori eterni, ma spesso parecchio licenziosi, o odio irreversibile, spesso condito dai peggiori auguri, ma anche informazioni di servizio. Che, qualche volta, erano anche accompagnate da riflessioni, ammonimenti, perle di saggezza o di buon senso: qui il senso era più che altro civico, rivolgendosi a chi, evidentemente, era uso abbandonare i rifiuti sotto la volta del vicolo Ricciardi, sul lungarno Gambacorti. Nello scritto, ormai vintage e in gran parte coperto da un disegno, si legge “Chi lascia l’immondizia in questo luogo è persona incivile e commette un reato. Se sorpreso sarà denunciato”.
Quando si dice ammonire, con garbata fermezza.
Certo, ci sono gli incivili, i volgari, gli stupidi, i blasfemi, gli estremisti. Ma a ben guardare c’è anche qualcuno che ha qualcosa da dire: ad una persona sola, a tutto il mondo, a chi saprà riconoscere in quella scritta qualcosa di bello.
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