Tutto finisce?

Finisce quello che sappiamo che finirà e quello che non pensavamo potesse mai cambiare; finiscono le cose belle, le cose brutte, quelle che ci piacciano e quelle che non sopportiamo. Finiscono gli amori e le amicizie, finiscono le gavette e le carriere; finiscono le feste più divertenti e le ore di matematica, le estati, gli anni, le vite.
O forse no? Forse le cose si trasformano, tutto si trasforma: una relazione, di qualsiasi tipo essa sia, fra persone, ma anche quelle che instauriamo con i luoghi, con gli oggetti, con le sensazioni stesse che proviamo, si trasforma e allora un dovere può diventare un’abitudine, una costrizione può diventare l’occasione di guardare il mondo e noi stessi da una prospettiva diversa. Una crisi, si dice, può diventare un’opportunità, una paura può diventare esperienza, la noia creatività e l’isolamento condivisione; e se ci sono dolori o perdite senza dubbio più difficili da accettare, guardandoci intorno ci accorgiamo che i migliori non sono quelli che eliminano, o tentano, o fingono di eliminare quei dolori, ma coloro che riescono, arte sublime, a trasformarli in qualcosa di diverso.
Come un amore, che resta sempre un amore pur cambiando mille volte la propria forma, è tanto più forte e più bello proprio perché si arricchisce ed esprime tutta la sua profondità e la sua forza travolgente nel sapersi mutare, così tutto quello che ci accompagna è fatto per cambiare con noi, ammesso che glielo permettiamo.
Finisce l’isolamento, finisce la rubrica che ha provato a raccontarlo, finisce, più o meno, un periodo che segnerà, in un modo o nell’altro, tutti quelli che l’hanno vissuto. O forse no: semplicemente, si trasforma.
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Bello, molto profondo e ho scorto anche della poesia al di là di questa prosa
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Ci hanno insegnato a credere nel “per sempre” ma ci hanno insegnato qualcosa che non esiste 😐
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